PAOLO VILLAGGIO
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Palco vuoto, solo un fondale su cui vengono proiettate immagini. Al centro lui: Paolo Villaggio, cabarettista, attore, scrittore, drammaturgo, presentatore e regista, inventore di Ugo Fantozzi, il personaggio forse più famoso dell’intera comicità italiana, archetipo dell’italiano medio soprafatto da un destino tragicomico, l’impiegato di cui intere generazioni hanno riso e continuano a ridere.
Una carrellata di ricordi, dall’infanzia alla timidezza dell’adolescenza, dall’insuccesso con le ragazze alla guerra, passando per l’euforia della fine del conflitto, il successo, gli amici. Racconti paradossali e grotteschi in cui finzione e realtà si fondono senza che lo spettatore riesca a distinguere fra pura invenzione comica e verità, se la verità esiste. Villaggio si diverte e promette di far divertire, simulando commozioni sparse, storie vere, nostalgie finte, modulando toni fantozziani, miserie fracchiane e lampi di nero sarcasmo alla Kranz. 
Un recital in cui i ricordi riaffiorano leggeri, come condotti per mano sul filo della tenerezza o su quello più graffiante dell'ironia, un registro più consono alle doti di Villaggio.
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